attaccamento 2La natura del rapporto tra il bambino e chi si occupa maggiormente di lui (solitamente la mamma, ma anche il babbo, i nonni, ecc…) è stata ampiamente studiata dalla Teoria dell’Attaccamento. Tale rapporto risulta fondamentale per lo sviluppo della personalità del bambino e questa teoria è una delle più accreditate ed accettate in psicologia.

Marie Salter Ainsworth fu la prima che se ne occupò ed osservò il comportamento di interazione dei bambini con le loro figure primarie di riferimento. Le sue osservazioni non si limitarono agli Stati Uniti ed al Canada, dove la scienziata lavorava, ma furono fatte anche in Uganda tra il 1950 ed il 1970. Queste osservazioni transculturali confermano che il bisogno di una figura di riferimento è una questione che non ha niente a che fare con la cultura di appartenenza: è un bisogno primario come mangiare e bere. La stessa evidenziò che i bambini da lei osservati in tutti questi paesi facevano uso della madre come di una base sicura da cui partire per esplorare il mondo.

Studi successivi hanno sottolineato la possibile compromissione dello sviluppo fisico, psicologico e sociale dei bambini che si trovavano negli orfanatrofi e che erano stati separati precocemente dai loro genitori. Si è capito che i bisogni del bambino non erano solo alimentari, ma che era altrettanto importante il contatto fisico, essere abbracciati e coccolati. Una volta soddisfatti anche i bisogni di contatto, gli operatori sanitari avevano riscontrato grandi miglioramenti sullo sviluppo.

Lo studio sperimentale più famoso è stato proprio quello della Ainsworth denominato “Strange Situation”. L’esperimento consisteva nel far giocare in una stanza il bambino con la mamma per un po’ in modo che il bambino si ambientasse e poi si faceva uscire la mamma per pochi minuti. Gli sperimentatori hanno osservato le diverse reazioni dei bambini all’uscita della madre e, ancora più importante, le reazioni al ritorno.

Queste osservazioni hanno permesso di verificare l’esistenza di 4 stili diversi di attaccamento.

  1. Attaccamento SICURO: i bambini considerano la madre come un porto sicuro da cui si possono staccare per esplorare l’ambiente. Sono turbati, ma non eccessivamente quando la madre si allontana e la salutano felicemente al suo ritorno, lasciandosi coccolare e rassicurare.
  2. Attaccamento INSICURO. Questo tipo di attaccamento viene a sua volta suddiviso in 3 diversi sottogruppi
    1. Insicuro EVITANTE. Il bambino ignora la madre mentre esplora l’ambiente. Appare indifferente all’uscita della madre e al suo ritorno non si lascia avvicinare.
    2. Insicuro AMBIVALENTE. Il bambino ha comportamenti totalmente contraddittori nei confronti della madre: a tratti la ignora, a tratti ne cerca il contatto. Piange disperatamente nel momento in cui lei si allontana ed al suo ritorno le si avvicina rifiutandola e ponendosi nei suoi confronti in maniera lamentosa, ma senza lasciarsi consolare.
    3. Insicuro DISORGANIZZATO. Il bambino ha comportamenti che apparentemente non hanno una spiegazione. In tutto l’esperimento è comunque possibile individuare sequenze di comportamenti simultanei e contraddittori, incompleti o improvvisamente interrotti. E’ possibile che il bambino con questo stile di attaccamento metta in atto comportamenti stereotipati e manifesti disorientamento e confusione. Non è raro in questo stile di attaccamento, che al rientro della madre il bambino eviti totalmente lo sguardo della stessa, oppure appaia disorientato.

Una delle più importanti scoperte di questa ricerca è stata quella di dimostrare che il comportamento del bambino in questa situazione di laboratorio prevede perfettamente le modalità di autoregolazione nel momento in cui i ragazzi raggiungono la prima età adulta.

Chi aveva un attaccamento sicuro è cresciuto diventando un giovane adulto equilibrato. Chi aveva un attaccamento insicuro, al contrario, aveva avuto maggiori difficoltà durante la crescita.

Nello stesso periodo degli studi della Ainsworth, a Berkeley la psicologa Diana Baumrind ha identificato come i differenti stili genitoriali influenzassero la salute mentale dei figli. Questi stili sono caratterizzati da due dimensioni: il controllo e l’essere esigenti, la prima dimensione, ed il supporto e la velocità di rispondere ai bisogni dei figli, l’altra.

  • I genitori permissivi sono a basso contenuto di controllo/esigenza, ma ad alto contenuto di supporto.
  • I genitori autoritari sono molto esigenti e poco supportivi.
  • Quelli autorevoli si aspettano molto dai loro figli (sono ad alto contenuto di controllo), ma sono ad alto contenuto di supporto e reattività.
  • Infine ci sono quelli negligenti che sono bassi in entrambe le dimensioni.

I risultati più positivi in termini di comportamento dei bambini si verificano quando lo stile genitoriale è autorevole. Ciò significa mostrare ai figli che ci si preoccupa per loro, ma che ci si aspetta anche che essi seguano le nostre regole e direttive che sono finalizzate a tenerli al sicuro.

Queste due teorie costituiscono la base per la genitorialità.

Se per i bambini piccoli i bisogni sono quelli primari come mangiare e bere, essere protetti dai pericoli e sentire soddisfatti i propri bisogni affettivi e di contenimento, quando si parla di bambini più grandi i genitori o chi si occupa del bambino deve essere sempre altamente reattivo ai bisogni del bambino, specie rispetto alle sue emozioni per aiutarlo a capirle e regolarle (es. angoscia, paura, rabbia). Questo avrà un indubbio vantaggio in termini di sicurezza personale e di relazioni con gli altri.

Da sottolineare che un corretto stile di attaccamento non lo dà l’allattamento al seno in sé, o il co-sleeping, ecc… ma il fatto che il comportamento dei genitori sia sensibile ai bisogni manifestati dal bambino!

Il bambino però non deve diventare un despota. I genitori devono essere capaci di adottare un approccio flessibile e non rigido che garantisca equilibrio tra incoraggiare all’indipendenza ed all’autonomia, pur consentendo al bambino di sentirsi sicuro e protetto.

Non si può tenere un bambino costantemente protetto dai pericoli, dalle paure, dalle frustrazioni, ma gli si può insegnare a gestire queste emozioni, fornire rassicurazioni emotive, distrarlo,… tutto in base alla maturità cognitiva del bambino.

Crescendo i bambini impareranno comunque a gestire più o meno bene le proprie emozioni, ma queste fondamenta garantiranno loro di farlo con successo. I bambini con un attaccamento adeguato, da adulti sapranno maggiormente contenere la rabbia.

Ed in tutto questo i genitori? Già non è un ruolo facile, se poi gli chiediamo di essere sempre presenti per gestire ogni pianto ed ogni bizza del bambino non rischieranno di uscirne stressati ed a pezzi? Anche rispetto allo stress dei genitori, l’attaccamento adeguato sembra aiutare. I bambini piangono meno, fanno meno capricci, sarà più facile per loro adattarsi a figure nuove come babysitter o maestre. Infine qualche ricerca pare anche dimostrare che il beneficio di uno stile di attaccamento adeguato si riflette anche sul sistema immunitario del bambino che funzionerebbe molto meglio!

Non è possibile (e nemmeno auspicabile) essere dei genitori perfetti, ma cerchiamo di tenere sempre presenti i principi dell’attaccamento sicuro e della genitorialità nella relazione con i nostri bambini. Questo garantirà quanto meno adulti più sereni e sani!

 

Riferimenti:

Miller, PM & Comuni, ML (2010). I benefici di Attachment Parenting per neonati e bambini: A Behavioral Developmental View, Behavioral Bollettino Development, Vol. 10.

http://www.baojournal.com/BDB%20WEBSITE/BDB-no-10/A01.pdf

Tollenaar, MS, Beijers, R., Jansen, J., Riksen-Walraven, JMA, e de Weerth, C. (2012). dorme solitario nei bambini piccoli è associata con accresciuta cortisolo reattività a una sessione di balneazione, ma non a una vaccinazione. Psychoneuroendocrinology, 37 (2), 167-177. doi: 10.1016 / j.psyneuen.2011.03.017

Ainsworth M.D.S,, Blehar M.C.. Waters E. Walls S., op. cit.; Biatz W.E.. Human security: some reflections. University of Toronto Press, Toronro. 1966.

Guida teorico-pratica affinché l’attaccamento sia efficace
Tag:                                             

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *